sabato, marzo 15, 2008

G8 Genova, trattamenti inumani e degradanti

I pm Vittorio Ranieri Miniati e Patrizia Petruzziello, titolari dell'inchiesta sugli episodi di violenza nella caserma di Bolzaneto, hanno parlato di trattamenti inumani e degradanti durante la requisitoria per i fatti accaduti nel luglio 2001

Numerosi manifestanti sono stati trattenuti in seguito agli scontri del G8 a Genova, si trattava di uomini e donne costretti a stare in piedi per ore, a testa bassa, ad abbaiare come cani, a ricevere pugni in testa, sulle gambe ed a vedersi minacciati nei modi più svariati da un gruppo di soggetti che, in uno Stato democratico, sono chiamati ad evitare che ciò accada. Tutto questo è accaduto senza che nessuno dei trattenuti avesse alcuna idea di quale potesse essere il loro reato. In effetti non vi erano illeciti in capo a quelle persone. L'unica cosa che, a quanto pare, sembra essere avvenuta in quella caserma è una enorme violazione dei diritti umani, l'unica cosa che può essere individuata è un GAP di tutela dei diritti fondamentali.

Parole migliori delle mie possono spiegare l'indigniazione che DEVE essere provata da chi ha un barlume di coscienza democratica: "Nella caserma di Bolzaneto i rappresentanti dello Stato, quelli che in teoria ci dovrebbero proteggere dai criminali - gli agenti e i carabinieri, i poliziotti della penitenziaria, i generali e i vice-questori - hanno violato tutte le convenzioni internazionali. E prima ancora la loro dignità." (fonte: "Così torturavano a Bolzaneto")

Prima ancora di una qualsiasi pena o sanzione, mi chiedo come tutto ciò sia quasi ignorato dalla stampa e da tutti i politici. Come'è possibile pensare che ci sia qualcosa di molto più importante della tutala effettiva della nostra società e dei cittadini che ne fanno parte.
Allora l'unica cosa che posso pensare per spiegarmi questa reazione è che la gente non ha capito che, ancora una volta, può accadere a tutti noi, ogni volta che ci rechiamo a manifestare il nostro pensiero, ogni volta che decidiamo che qualcosa non va e vogliamo renderlo noto.

Ogni volta che qualcuno subisce una violazione e questa viene, a livello pubblico, accettata perché coperta da un velo di indifferenza o subita passivamente perché non c'è nulla da fare, allora è proprio lì che smettiamo di essere un popolo democratico, capace di reagire a ciò che non ci piace.

Io voglio reagire perché non tollero nessuna violazione dei diritti umani.

Per chi gradisce seguire il processo nei minimi particolari: Supporto legale

Ricordo alcuni episodi accaduti presi daiu racconti dei ragazzi: "Sappiamo delle dita spezzate ad un giovane no-global. Dei pugni, dei calci, delle manganellate su persone inermi. Delle bruciature con accendini e mozziconi di sigaretta, delle bastonate alle piante dei piedi. Delle teste sbattute contro i muri, del taglio dei capelli. Del "comitato di accoglienza" che faceva passare i poveretti per un corridoio di guardie. E giù botte. Ma anche le parole, gli insulti, le umiliazioni sono tortura. E´ tortura costringere un ragazzo a mettersi carponi ed abbaiare come un cane, per poi urlare: "Viva la polizia!"."

Da Articolo 11:
"Al termine di una requisitoria durata cinque udienze e dopo le testimonianze delle oltre 200 vittime, ieri mattina,sono state formulate le richieste di pena: oltre 76 anni complessivi ( a fronte di 224 anni comminati a 24 manifestanti per devastazione e saccheggio) per pene che vanno da un massimo di cinque anni e otto mesi a un minimo di sei mesi. Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria, è l'imputato per il quale è stata richiesta la pena più alta, 5 anni e 8 mesi. Era il responsabile della sicurezza, ossia il capo delle guardie carcerarie, stesso mestiere che continua a svolgere a Taranto. E' accusato di abuso di ufficio e di autorità. Non avrebbe avuto nulla da ridire che i detenuti fossero costretti dai suoi uomini faccia al muro, in piedi: la cosiddetta posizione del cigno. Di suo si sarebbe pure levato lo sfizio di prendere a calci, pugni e manganellate alcuni degli arrestati nel corso dell'identificazione."

Riporto solo alcune delle violazioni perpetrate:

Articolo 5 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo (adotta nel 1948 dall'Assemblea Generale dell'Onu):
"Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti."

Articolo 9
"Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato."

Convenzione Europea dei diritti umani:

Articolo 3 Proibizione della tortura

"Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o
degradanti."

ed Articolo 6 Diritto ad un equo processo.

Penso possa bastare per indignarsi.

lunedì, dicembre 10, 2007

Ma stiamo scherzando? Spero di sì.

Non ho altre parole per descrivere quello che sta accadendo.

Riporto dal Blog di Daniele Luttazzi:

"Pochi minuti fa ( domenica 9/12, ore 23 e 22 ) i dirigenti di La7 hanno fatto dire in diretta a Maurizio Crozza che non è vero che stiano cancellando tutto il girato di Decameron.

ATTENTI: smentiscono che non lo stanno facendo. MA LA NOTIZIA E' CHE LO FARANNO DOMATTINA. Alle 10. Quando aprirà la saletta di montaggio.

La classica smentita che non smentisce.

LA CANCELLAZIONE DEL GIRATO DI DECAMERON ( già trasmesso e ancora da trasmettere ) E' UN SOPRUSO DI UNA GRAVITA' INAUDITA! NON E' AMMISSIBILE! E' INTOLLERABILE! MI RIPUGNA IL SOLO PENSIERO! NON SI DISTRUGGE L'ARTE! VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

By Daniele Luttazzi at 9 Dic 2007 - 23:32 "


Quindi, ricapitoliamo: nel nostro ordinamento esiste una Costituzione (vi prego di accertarvene), che tutela, all'articolo 21 la libertà di parola ed espressione:

"Art. 21.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni."


ed all'articolo 33, primo comma, stabilisce che: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento."


Tutto questo non esiste e non vale perché a QUALCUNO dà fastidio che si dica qualcosa su, probabilmente, l'Enciclica papale? O_O


Ma, davvero, pensate che questa sia democrazia o sono io ad avere le traveggole???
Non ho parole, ripeto, non ho parole per descrivere la gravità di quanto accade.


sabato, dicembre 08, 2007

Ciao Luttazzi, mi mancherai molto.

Per l'ennesima volta mi ritrovo a leggere una notizia assurda: Daniele Luttazzi è stato cacciato dall'emittente televisiva privata "La Sette" perché .... e qua mi fermo.

Si fa un gra parlare di quelle che sono le motivazioni, ma non mi piace essere ipocrita; non soprattutto quando l'ipocrisia sembra esser diventato il valore più importante in questa Italia moderna, in cui basta sorriderci e pensare che tutto in qualche modo procede, magari anche bene, per essere felici, quasi quasi tranquilli.

Penso chiaramente che Luttazzi sia stato cacciato perché dà fastidio, in questo caso, a quel "simpaticone" di Ferrara, il quale conduce un programma di approfondimento, senti senti proprio su "La Sette". Chissà se c'è qualche connessione tra i due fatti???
Lasciatemi dire, poi, che il programma è a dir poco penoso, certo questo a mio modestissimo parere, ovviamente.

A ciò si aggiunga che la gente, troppo impegnata a pensare all'idea di Ferrara nella vasca, non si sofferma sulla parte più grave di ciò che Daniele Luttazzi ha detto, ossia:"Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? [...]"

Signore e Signori, indignatevi per il numero spaventoso di vittime, perché quello è reale
L'indignazione dovrebbe montare per quello che sta accadendo in Iraq, poiché è molto peggio dell'immagine che Luttazzi ha trasmettere al pubblico.

C'è troppa ignoranza, troppa troppa mediocrità. Ma svegliatevi, svegliatevi, vi prendono per i fondelli!

Satira: "composizione poetica che elabora con intenti moraleggianti e critici, aspetti, figure e ambienti culturali e sociali, con toni che variano dall’ironia, all’invettiva, alla denuncia"

(definizione
dal De Mauro Paravia: http://www.demauroparavia.it/101179)

mercoledì, giugno 20, 2007

E ancora, parliamone ancora..

Sembra che l'indignazione non possa avere limiti, sembra che le parole siano sempre vuote ed inutili, però questa volta possiamo pensare ad una storia un po' diversa, non ad un rivoluzione o ad un cambiamento radicale della nostra società, ma solo ad una storia che, in qualche modo, è venuta fuori e che deve arrivare ad una fine, merita una degna conclusione: si tiri fuori la verità.

Sto parlando di un'altra vittima di un potere che, invece di proteggere, si rinchiude e nasconde dietro un'uniforme, una corporazione, dietro il simbolo di quella forza che dovrebbe rappresentare la tutela dell'ordine pubblico: la polizia.

Sto parlando della storia di Federico Aldrovandi, di un ragazzo, di una morte per soffocamento, di un corpo straziato, di qualcosa che è successo e di cui non si riesce a sapere, a conoscere la verità.
Ma dopo due anni, proprio in questi giorni, inizierà il processo.

Chi ha visto qualcosa, chi sa qualcosa: parli.
Lo faccia per Federico, per la sua famiglia, ma ancor di più perché non accada MAI più; solo la nostra indignazione, il nostro giudizio, può rendere manifesta la gravità della loro responsabilità morale, prima ancora che penale.

Fermatevi ancora un attimo, lo dobbiamo ad una madre, ad una famiglia devastata dal dolore per la perdita di una persona cara e dall'indifferenza, dalla scettica crudeltà della gente, del grande pubblico che condanna ancora prima di sapere e capire.

Il video che vi segnalo è prodotto dallo staff di Beppe Grillo e si trova su you tube.

giovedì, giugno 07, 2007

Per rimanere in tema di brogli!!

Un flash velocissimo riguarda il "sospetto" di brogli elettorali a Palermo, in occasione delle votazioni amministrative.
Il link è recuperato - proprio oggi - da Repubblica TV, sicuramente già noto per chi la segue ogni giorno, ma pienamente calzante con il post precedente e che fa davvero riflettere su come siamo ai limiti della realtà!

Guardate ed ammirate, ormai senza più nessun pudore.

Alla prossima!

mercoledì, giugno 06, 2007

Il silenzio delle Istituzioni

Leggendo Art.21 mi sono imbattuta in un articolo interessante che, ancora una volta, porta alla luce una questione spinosa ed agghiacciante.

Vi ricordate il film "Uccidete la democrazia?"
Se non lo ricordate, non lo avete visto - e vi consiglio di farlo, sempre per la stessa filosofia di concedervi del tempo prezioso per pensare e non farvi prendere in giro - o non ne eravate a conoscenza, beh cliccate sul link e vi porterà all'articolo scritto dagli stessi Beppe Cremagnani e Enrico Deaglio, ossia i creatori del film medesimo, i quali parlano un po' dello stesso e di cosa e come hanno affrontato il tema dei "brogli elettorali" alle ultime elezioni politiche.

Proprio oggi si riparla di brogli elettorali, di nuovo gli stessi Signori cercano di portare alla ribalta l'argomento, sottoponendoci un altro film- inchiesta: "Gli imbroglioni. Quel che hanno fatto del nostro voto".
Il Dvd verrà proiettato a Roma giovedì 7 giugno alle ore 17.00 presso presso la sala Conferenze, Piazza Montecitorio 123/a, ma lo troverete in edicola in allegato alla rivista "Diario".

Oltre alla notizia, estremamente interessante, del fatto che qualcuno, nonostante gli ostacoli giudiziari - per fermare o screditare il primo film si è riesumato l'art. 656 c.p "Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico" - voglia andare avanti e raccontare qualcosa, far emergere dubbi - che ormai sappiamo essere estremamente temuti e condannati da chi vuole manipolare il popolino, poiché risvegliano le coscienze ormai troppo assopite e sonnolente, la cosa che salta immediatamente agli occhi è la scandalosa assenza di interesse da parte delle istituzioni.

Certo, capisco che questi film-inchiesta non facciano parte del balletto politico " io sto di qua, ma anche di là e perché non anche dall'altra parte"; capisco anche che siano scomodi per tutti, destra, sinistra, centro e quant'altro, ma il silenzio è sconfortante.
Il silenzio delle istituzioni è segno di grave, gravissima, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, che mai come adesso, sono interessati all'argomento.

Noi cittadini siamo stati già defraudati della possibilità di scegliere liberamente il cadidato da eleggere, grazie ad una legge elettorale inguardabile e vergognosa - e meno male che i signorotti del nord-est si dicono più bravi, si sentono capaci di dare lezioni in ogni ambito; ma adesso, addiruttura, non siamo ritenuti degni di una, anche solo formale, preoccupazione, e non parlo di spiegazione o intenzione di avviare indagini formali, ma solo pubblica preoccupazione o indignazione. Per non parlare del gravissimo dubbio riguardo ad un'ipotetica nuova P2.

Sono l'unica a pensare che qualcosa proprio non vada per il verso giusto?

venerdì, giugno 01, 2007

Rabbia e Verità

Pensavo fosse il caso di smettere di scrivere, perché non ho ben chiaro quale taglio vorrei dare al mio blog, perché non riesco ad aggiornarlo spesso e per altri mille motivi; però non posso, proprio non posso, stare in silenzio di fronte a certi fatti, non riesco a pensare che "ci prendano in giro" in questo modo, così palese, così manifesto e nessuno NESSUNO si scandalizzi.
In altri post, in un altro blog, ho esposto quanto assurdo mi sembri il fatto che non ci si scadalizzi più per certe questioni, ma non è il momento di aprire la parentesi, nè qui, nè adesso.

Qui ed adesso voglio ricordare un altro evento, ormai - putroppo e, direi quasi, ovviamente - dimenticato: l'uccisione di Carlo Giuliani.
Lo so che tanto è stato detto, scritto e molto si può trovare su internet, per cui non mi dilungherò sui fatti - il mio intento è, difatti, indicare le fonti che ho reperito e cercare di diffonderle il più possibile.
Dunque non mi curerò di esporre i fatti, ma vorrei meditare "pubblicamente" su come sia possibile creare confusione, intorpidire le coscienze e produrre luoghi comuni, pregiudizi e banalità.

Mi permetterò di chiamare Carlo Giuliani solo per nome, non per mancanza di rispetto o per eccessiva confidenza, ma perché, sono convinta, sarebbe potuto essere uno dei miei amici, una persona incontrata durante un viaggio, in vacanza o semplicemente durante i percorsi formativi, insomma perché Carlo è uno di noi, ragazzi, ma anche semplicemente di chi voglia manifestare il proprio pensiero e di chi voglia e possa e debba farlo - questo recita l'art 21, primo comma della Costituzione - senza timore per la propria incolumità o per la propria VITA.

In un primo momento l'omicidio di Carlo fu considerato come necessario, come reazione di Placanica ad una minaccia per la propria vita, dovuta al possibile lancio, da parte di Carlo, di un oggetto.
Poi tante ipotesi sono state tirate fuori: che Placanica non volesse sparare direttamente a Carlo, poiché non era in grado di mirare e sparare, in quanto non professionista, ma solo ausiliario; che il proiettile non avesse direttamente ucciso Carlo, ma che, sfortunamente, l'avesse intercettato dopo esser stato deviato da un sasso e così via.
Oggi tutto ciò non può più bastare: troppi sono i dubbi e le incertezze, si sta parlando della vita di un ragazzo, di un essere umano, si sta parlando di chiarezza.

Questo è il link con le foto e le spiegazioni ci ciò che non quadra, di ciò che non convince.

Questo il link di una recente intervista alla madre di Carlo.

Sprecate un po' del vostro tempo per concedervi la possibilità di sapere, di conoscere e per non permettervi di essere sempre, e troppo facilmente, presi in giro.